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Descrizione
I primi abitanti del territorio furono i romani che si insediarono nei pressi della collina di San Lorenzo, dove probabilmente si trovava un’ara votiva dedicata al dio Silvano.Con la fondazione del monastero benedettino avvenuta nel 998 i nuclei abitativi presero maggiore consistenza; gli abitanti erano numerosi nel IX secolo, quando decisero la costruzione di un castello di ragguardevoli dimensioni (circa 1000 mq) per difendersi dalle incursioni dei saraceni. Sul finire del XII secolo i monasteresi parteciparono, con Vico e Carassone, alla fondazione di Mondovì, costruendo il terziere di Vasco. Il territorio monregalese riuscì a liberarsi dalla soggezione del Vescovo di Asti, mantenendo una propria autonoma nei confronti degli Acaja e poi dei Savoia, unendo in un forte districtus le comunità di un’ampia area limitrofa, tra le quali quella di Monastero. Sul finire del XVII secolo, quando il duca sabaudo Vittorio Amedeo II volle sopprimere gli antichi privilegi fra i quali il libero commercio del sale, trovò una tenace resistenza nel monregalese: Monastero e Montaldo iniziano una aperta ribellione armata. Queste vicende, note come la “Guerra del sale” (1681 – 1699), si chiusero con una punizione feroce per Monastero: distruzione del paese, taglio dei castagneti, deportazione di metà degli abitanti nel vercellese. Contemporaneamente venne sciolta la federazione di comunità gravitanti attorno a Mondovì nel Districtus monregalese e vennero costituiti i singoli comuni, tra i quali Monastero, che diventarono autonomi, ma molto più soggetti al controllo centralizzatore di casa Savoia, di cui seguiranno successivamente le vicissitudini politico – amministrative.
Poco numerosi in epoca romana, gli abitanti di Monastero aumenteranno progressivamente: nel 1677 erano circa 1200 ed integrarono le magre risorse agricole con il commercio del sale (illegale per casa Savoia). Ridotta alla metà dopo l’esito funesto della guerra del Sale, la popolazione riprese a crescere, uniformemente distribuita su tutto il territorio, dedicandosi esclusivamente alle attività agricole: il castagneto e l’allevamento erano le risorse fondamentali.
Costituita in unica Parrocchia nel 1623, venne poi divisa in quelle di Vasco (1904) e nei Bertolini Soprani.
Le risorse del territorio non erano tali da poter sfamare una popolazione sempre in aumento, ma dall’inizio del XX secolo il fenomeno migratorio ne ridusse drasticamente il numero; nel 1921 gli abitanti erano ancora 2316, ma, nei soli cinque anni successivi, oltre 500 emigrarono, soprattutto nel sud della Francia. Un’altra ondata migratoria si verificò subito dopo la seconda guerra mondiale, questo soprattutto verso Torino e il suo hinterland industrializzato. Nell’ultimo decennio la popolazione ne è rimasta stabile, con tendenza a un leggero incremento, e ormai è quasi tutta concentrata nei nuclei principali di Vasco e Roapiana. Negli ultimi anni l’attività agricola è diventata secondaria rispetto allo sviluppo di imprese artigianali nate sul territorio e al pendolarismo di operai e di impiegati verso la contigua Mondovì.
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